Ilaria Ferretti, artista marchigiana nata nel 1980 e torinese d’adozione, presenta presso lo spazio milanese di Napapijri “Concrete”.
Termine plurale che si riferisce a due aspetti di una realtà palindroma: natura e architettura. La prima, creata dall’uomo, è traccia dello stesso, la seconda generata invece da un processo autopoiètico.
“Architettura dello sport” è il titolo di una serie di fotografie che Ilaria Ferretti ha realizzato per l’Associazione “Il Paesaggio dell’eccellenza – Recati”, pubblicate sul n.23 della rivista Progetti ed esposte in “Paesaggi del Lavoro – In mostra”.
In esse imprime il racconto di un viaggio silenzioso dentro una forma che informa, dentro una luce fatta di gesso, dentro un tempo che non scorre ma resta, rinviene, incide il presente, lo trattiene, lo occupa.
L’occhio vede e pre-vede. Inquadra e include. Sfiora, tocca, cerca, conosce e riconosce.
Il percorso continua… nella serie inedita “Laghetto Animatissima” rintracciamo la sensibilità dell’artista alle superfici, che “..sono una promessa di profondo che puoi toccare..”, che diventano percezione materica, linguaggio della luce, idea d’interiorità, evocazione di un’intimità non rivelata eppure manifesta, dunque una presenza nell’assenza.
Dal timbro monocromo delle architetture ai cromatismi di “Colore Calore”; colori possibili e impossibili. Visioni da caleidoscopio.
Colore che si fa esperienza sensoriale, che è sentimento e pre-sentimento insieme, che sottintende un processo d’identificazione. Colore che è appunto calore.
Fermo immagine. A muoversi sono le sensazioni.
1 sguardo + 1 sguardo:
Quello della fotografa, che scivola dentro i movimenti delle cose, dentro geometrie fatte di luce. Uno sguardo, il nostro, che si appiccica a quelle immagini solide capaci di farsi liquide e calde, a quegli scatti fatti di fiato, bisbigli, odore, istinto, che sanno restituirci la pelle del mondo, il ritmo del tempo, e sono memoria da custodire.
Veronica Iurich
2009
(testo critico per la mostra personale ‘Concrete’, 2009, Milano)